Venerdì, 29 Novembre 2019 11:57

Tempio dorico trovato a Paestum: nuovi indicatori grazie a un'indagine del Cnr

Foto3 Georadar Paestum

Dopo il ritrovamento – nel mese di giugno 2019 – di alcuni elementi smembrati di un tempietto dorico di V sec. a.C. presso le mura della città antica di Paestum in Campania, gli archeologi del Parco Archeologico hanno acquisito nuovi dati che potrebbero portare all’ubicazione esatta di quello che rimane nel sottosuolo di un monumento che è stato definito un “gioiello dell’architettura dorica tardo-arcaica”.

Come il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel ha illustrato durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, svoltasi a Paestum dal 14 al 17 novembre, una prospezione geofisica, in grado di rilevare tracce sotterranee con metodi non-invasivi, ha permesso di individuare un’anomalia in corrispondenza al ritrovamento degli elementi in superficie, in via ipotetica identificabile con il tempio smembrato. La prospezione è stata condotta in collaborazione con il Parco e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), da un team multi-disciplinare dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) e dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), sotto la direzione scientifica di Enzo Rizzo e Francesco Soldovieri. Coinvolti i ricercatori Ilaria Catapano, Luigi Capozzoli, Gregory De Martino, Gianluca Gennarelli e Giovanni Ludeno.

Foto4 mappa Georadar PaestumNelle elaborazioni prodotte dagli scienziati del Cnr si vede una struttura rettangolare di 6 x 12 m circa. “Dimensioni che andrebbero bene con quanto abbiamo ricostruito in base agli elementi trovati in superficie, i quali permettono di ipotizzare un intercolunnio di 1,68 m”, commenta il direttore del Parco. “Quello che ci ha sorpreso è la struttura interna che si intravede: ci sembra essere un corpo centrale, una cella, circondata da un portico. Ma un tale tipo di impianto, chiamato periptero in virtù del fatto che è completamente circondato da colonne, di solito non viene adottato per edifici così piccoli, ma solo per grandi templi come quello di Nettuno a Paestum. Pertanto solo uno scavo scientifico potrà dare risposte certe”.

“Il team multidisciplinare del Cnr, costituito da Imaa e Irea, che da diversi anni in stretta collaborazione si occupa di esplorazione del sottosuolo, ha lavorato secondo un approccio multidisciplinare andando da una indagine a grande scala, come quella geomagnetica che ha investigato per circa 2 ettari individuando le zone di maggiore interesse archeologico, ad una investigazione di dettaglio”, commenta Enzo Rizzo (Cnr -Imaa). “In una di queste aree”, continua Francesco Soldovieri (Cnr- Irea), “è stata condotta una campagna di prospezioni georadar. L’analisi dei dati georadar grazie ad approcci di elaborazione sviluppati dall’Irea ha permesso di identificare la planimetria del tempietto e la sua profondità di circa un metro.”

“Oltre all’eccezionale valore scientifico”, conclude Zuchtriegel, “il rinvenimento è per noi anche un’occasione per creare coesione e sinergie intorno al patrimonio archeologico, dimostrando in questa maniera che tutela, ricerca e valorizzazione sono parte di un unico cerchio, un’archeologia ‘circolare’ appunto, attenta ai temi della conoscenza e della fruizione accessibile e inclusiva.”

 


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