Maria Consiglia Rasulo

Maria Consiglia Rasulo

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ghiacciaiLa Fondazione Idis-Città della Scienza ha organizzato, per il 21 marzo 2014 a Napoli, una giornata di studio sui temi del cambiamento climatico e dei suoi effetti sul territorio, giornata che vedrà, tra le altre, la partecipazione del professor Thomas  Stocker, Titolare della cattedra di “Clima e Fisica Ambientale” presso l’Istituto di Fisica, Università di Berna, (Svizzera) e Co-Chair del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).

La giornata  si articolerà in due momenti: al mattino è previsto un evento con alcune scuole di Napoli e della Campania mentre, nel pomeriggio, si terrà un  incontro più  ristretto, aperto agli esperti del settore di università, enti di ricerca ed altre istituzioni. 

 

 
logo convegno diitet
Nell'ambito delle Manifestazioni per festeggiare i 90 anni del Cnr, il Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l'Energia e i Trasporti (DIITET) ha organizzato il 10 Dicembre 2013 a Roma un convegno dal titolo "La città sostenibile: innovazione scientifica e tecnologica per città efficienti, sicure e sane". Obiettivo dell'iniziativa era di presentare progetti, metodologie, strumenti ,messi a punto dagli Istituti afferenti ad DIITET, finalizzati alla realizzazione di città intelligenti tese a migliorare la qualità della vita.
 
Nel corso della giornata il Giornalista Rai, Daniele Cerrato - conduttore Tgr Leonardo ha intervistato alcuni esperti del CNR. Tra essi l’ing. Gianfranco Fornaro, primo ricercatore dell’Irea, che ha trattato il tema della Global security per la città: tecnologie di monitoraggio da satellite delle aree urbane e delle infrastrutture.

 

 

Università degli Studi della Basilicata

Scuola di Ingegneria

Periodo: Novembre 2013 - Febbraio 2014

 

Programma del corso

Il corso si propone di fornire le conoscenze di base relative al trattamento dei segnali deterministici mediante l’uso di sistemi. Attraverso lo studio di adeguati strumenti matematici (serie di Fourier, trasformata di Fourier), il corso si pone inoltre l’obiettivo di analizzare in dettaglio la classe dei sistemi lineari e temporalmente invarianti (LTI). 
 

Docente

Antonio Pepe

 
Utilizzati per la prima volta dati satellitari e misure al suolo allo scopo di evidenziare le possibili risalite di magma che ‘annunciano’ l'attività eruttiva all’Etna. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports di Nature
 

FotoL’utilizzo congiunto di dati satellitari e misure al suolo aiuta ad evidenziare le possibili risalite di magma precedenti la ripresa dell'attività eruttiva all’Etna. E’ quanto riporta uno studio nato dalla fruttuosa collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi) che è stato recentemente pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature.

Capire la struttura interna di un vulcano e il suo funzionamento è uno degli obiettivi principali degli studi vulcanologici. Per fare questo i ricercatori possono basarsi solo su informazioni raccolte sulla superficie del vulcano e sull’analisi dei prodotti emessi (lava, gas, cenere, …). Lo studio, per la prima volta, utilizza sinergicamente le misure della deformazione del suolo, calcolate utilizzando dati raccolti da radar satellitari come Ers/Envisat e Cosmo-SkyMed, e le informazioni sulle piccole variazioni del campo gravitazionale misurate in prossimità della superficie del vulcano.

“Uno degli strumenti più importanti per la comprensione dei fenomeni che avvengono in profondità è lo studio delle deformazioni della superficie terrestre”, spiega Eugenio Sansosti del Cnr. “Deformazioni del suolo anche molto piccole, fino ad un centimetro, possono essere misurate dallo spazio utilizzando sensori radar ad apertura sintetica, chiamati Sar, montati a bordo di satelliti”.

È per questo che l’Etna è costantemente monitorato dai satelliti della costellazione dell’Asi Cosmo-SkyMed che dal 2009 acquisiscono con estrema regolarità, sul vulcano italiano.

Piccole variazioni della superficie terrestre sono l’effetto misurabile di vari processi geofisici, spesso complessi e sovrapposti. Tuttavia, nonostante l’estrema precisione delle tecniche Sar satellitari, non sempre fenomeni importanti, quali la risalita di magma in un vulcano, danno luogo a deformazioni del suolo significative.

“È proprio in questi casi che l’integrazione con altri dati fornisce i risultati più interessanti”, prosegue Sansosti. “Nel nostro lavoro, in aggiunta ai dati Sar, abbiamo utilizzato dati gravimetrici raccolti dall’Ingv. Con tali dati, che misurano le variazioni del campo gravitazionale, è possibile avere una stima delle masse magmatiche presenti sotto la superficie del vulcano. Questo permette di individuare fenomeni di risalita del magma anche se non causano deformazioni del suolo misurabili”.

Un lavoro che apre nuove prospettive per la comprensione del funzionamento dei vulcani. La risalita di magma, tuttavia, non è l’unico fenomeno che causa variazioni della superficie terrestre e del campo gravitazionale. “In un sistema vulcanico così complesso come l’Etna, molti sono i fattori che influenzano questi parametri”, spiega Gilda Currenti dell’Ingv “La capacità di creare nuovi modelli numerici che permettano, mediante simulazioni al computer, di separare i diversi fenomeni che avvengono contemporaneamente, permetterà di capire con maggiore precisione quando il vulcano inizierà una nuova fase eruttiva”. Ed è questa la sfida per il futuro.

Questo studio è stato co-finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana tramite il progetto Sar4Volcanoes che ha anche messo a disposizione i dati Sar acquisiti dai satelliti Cosmo-SkyMed. Per favorire la conoscenza dei fenomeni vulcanici, l’Asi aderisce all'iniziativa internazionale Supersites, mettendo a disposizione della comunità scientifica internazionale i dati della missione Cosmo-Skymed su alcuni vulcani nel mondo come Hawaii e Islanda.

Leggi l'articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

 

incendio_acerra_agosto2012_mediumIl dramma recente  della "Terra dei Fuochi", nonché i continui disastri ambientali che quasi ciclicamente avvengono in Italia (alluvioni, terremoti, etc.), mi hanno spinto a riflettere su cosa possa fare il mondo dell’innovazione e su quali tecnologie possano essere utilizzate in fase di monitoraggio e previsione di questi fenomeni. Possibile che nell’era della continua geolocalizzazione di tutto e tutti e del rilevamento satellitare nessuno si fosse accorti di traffici illeciti di rifiuti nel Casertano? Possibile che ancora oggi, cinquant’anni dopo la tragedia del Vajont non si riesca a monitorare i territori?

Antonio Savarese, giornalista del blog Che futuro! Lunario dell'innovazione, ne ha parlato con due esperti: Riccardo Lanari, direttore dell’Irea di Napoli e Raffaele Montella, ricercatore del dipartimento di Scienze applicate, dell’Università di Napoli Parthenope.

Leggi l'intervista completa sul sito Che futuro! Lunario delll'innovazione

 

guida a getto

Un getto d’acqua che, oltre ad essere la sostanza da analizzare, diventa una guida d’onda per la rilevazione di sostanze inquinanti. E’ quanto è stato progettato e realizzato da un gruppo di ricercatori dell’IREA. Il gruppo, composto da Gianluca Persichetti e Genni Testa e guidato da Romeo Bernini, ha sviluppato un sensore optofluidico che elimina completamente la presenza di strutture solide in cui inglobare le guide d’onda di contenimento della soluzione da esaminare.
 
I tipici rivelatori microfuidici per il monitoraggio della qualità dell’acqua si basano sulla proprietà fluorescente degli inquinanti. Quando si illuminano i campioni d’acqua con luce ultravioletta, infatti, le sostanze organiche e i batteri eventualmente presenti in essa assorbono la luce UV e la riemettono come luce di diversa lunghezza d'onda. Tuttavia, uno dei maggiori limiti di tali dispositivi è determinato dal fatto che viene fatto uso di guide d’onda, utilizzate per raccogliere la luce di fluorescenza, che sono completamente immerse all’interno di una struttura solida. Le superfici di tali strutture causano la diffusione della luce di eccitazione ostacolando la rivelazione di sostanze inquinanti.
 
Grazie alla nuova tecnica messa a punto dai ricercatori dell’IREA, invece, i campioni d’acqua da analizzare vengono iniettati in un ago producendo un getto d’acqua il cui diametro è inferiore al millimetro. Illuminando in direzione ortogonale il getto d’acqua mediante radiazione UV, la luce fluorescente prodotta dalle sostanze inquinanti resta intrappolata all’interno del getto, per il fenomeno della riflessione interna totale (TIR), e convogliata poi ad una comune fibra ottica che trasporta il segnale ad un rivelatore.
 
I sensori optofluidici basati su guide d’onda a getto, progettati e interamente realizzati dai ricercatori dell’IREA, hanno permesso la rivelazione a bassissime concentrazioni di numerose sostanze inquinanti, come idrocarburi aromatici (Benzene, Toluene, Xilene e Naftelene, pericolose sostanze chimiche cancerogene) e di batteri, come il Bacillus Subtilis (noto come simulante dell’antrace) o la Microcystis Aeruginosa (legata a fenomeni di eutrofizzazione delle acque). Il dispositivo si è dimostrato dunque estremamente sensibile, in grado di rivelare livelli di sostanze inquinanti ancora più bassi rispetto a quelli consentiti dalla Environmental Protection Agency (EPA).
 
Il dispositivo a guida d’onda a getto, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca ACQUASENSE e delle attività di ricerca dell'IREA sui sensori ottici e optofluidici integrati, non richiede alcun pretrattamento del campione da analizzare e può essere facilmente innestato nelle normali tubature dell’acqua. L’estrema economicità e compattezza del dispositivo rendono idoneo l’utilizzo di tale sensore in sistemi di early warning per il monitoraggio della qualità dell’acqua.
 
L’interesse suscitato dal risultato della ricerca è dimostrato dall’essere stato selezionato per le news dell’Optical Society of America (OSA).
 
Studi preliminari sulla fattibilità di utilizzo di sensori microfluidici basati su guide d’onda a getto sono stati pubblicati sulla rivista Optics Letters (http://dx.doi.org/10.1364/OL.37.005115), mentre l’utilizzo di tali sensori in spettroscopia di liquidi e nella rivelazione di tracce di inquinanti nell’acqua potabile sono stati pubblicati sulla rivista Optics Express (http://dx.doi.org/10.1364/OE.21.024219). 
 
 

premio space appsIl prossimo 18 novembre l’ing. Chandrakanta Ojha, assegnista di ricerca dell’IREA e dottorando dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, sarà al John F. Kennedy Space Center in Florida (USA) per assistere al lancio di MAVEN, la sonda diretta su Marte per esplorarne l’atmosfera. La notevole opportunità gli è stata offerta dalla NASA quale premio per il 2° posto raggiunto ad una delle competizioni lanciate dal Kennedy Space Centre nell’ambito dell’International Space Apps Challenge.

Il concorso, organizzato dalla NASA e 333 partners di tutto il mondo - incluse agenzie spaziali, enti di ricerca e Università - con lo scopo di produrre soluzioni a sfide globali rilevanti sia per la vita sulla Terra che nello spazio, si è svolto il 20 e 21 aprile 2013 e ha coinvolto circa 9000 persone in 83 città di tutto il mondo. I partecipanti hanno lavorato contemporaneamente nell’arco di 48 ore, formando team focalizzati sulla soluzione di una sfida particolare. Più di 770 sono state le soluzioni proposte e poi valutate da una giuria, composta da rappresentanti della NASA e di altre organizzazioni governative e non, che ha scelto le soluzioni migliori per i diversi tipi di premi, utilizzando quali criteri di giudizio, l'impatto, la creatività, la complessità, la collaborazione, il prodotto, la sostenibilità e la presentazione.

Presso l'Università di Roma 'La Sapienza' un team internazionale, di cui ha fatto parte l’ing. Chandrakanta Ojha, ha partecipato alla sfida ‘Deployable Greenhouse’, lanciata dal Kennedy Space Centre, con un progetto dal titolo "Green on the Red Planet". Il progetto prevede lo sviluppo di una serra modulare per una futura base umana auto-sostenibile su Marte capace di fornire qualità e quantità di cibo sufficienti per quattro astronauti durante il loro soggiorno sul pianeta e dotata di un sistema operativo automatico basato su vento, energia solare e nucleare, capace di fornire illuminazione e raccolta robotizzata dei prodotti.

Delle 16 squadre partecipanti in Italia, il gruppo che ha sviluppato il progetto "Green on the Red Planet", oltre ad aver raggiunto il 2° posto per il premio KSC, ha conquistato la prima posizione come vincitore locale.

Green on the red planet

Il Console statunitense Colombia Barrosse si è personalmente complimentata con l'ing. Ojha nel corso di un incontro tenutosi al consolato di Napoli prima della partenza per assistere al lancio (Leggi l'articolo apparso su "Il Mattino" l'8 novembre 2013

Nominativo

Liv.

Profilo
MUSANTI MAURO 

05

Collaboratore Tecnico

L’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) del CNR è stato oggetto di un vero e proprio “errore” giornalistico nell’ambito di un articolo apparso recentemente su Il Sole 24 ORE.

Infatti, il 2 luglio 2013 il giornalista Simone Di Meo ha pubblicato un articolo sul sito WEB del quotidiano Il Sole 24 ORE intitolato “Dalla pesca del gambero rosa al logo vettoriale, le originali spese delle università di Napoli” (vedi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-02/consulenze-scientifiche-072432.shtml), nel quale ha riportato il seguente commento riferito all’IREA: 

Certo, un po' più difficile è giustificare l'esborso di 7.500 euro, da parte dell'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente, per "proposta, sviluppo e consegna di un logo in formato vettoriale”. Era proprio necessario di questi tempi?

Ebbene, quanto riportato da Il Sole 24 ORE non corrisponde alla realtà. Segnalo infatti che i 7.500 euro citati nella frase sopra evidenziata sono il corrispettivo impegnato nel novembre 2009 (come si fa a definirlo di questi tempi?) per la progettazione e la realizzazione dell’intero sito WEB dell’IREA in due lingue, italiano ed inglese; in aggiunta a tale realizzazione, l’aggiudicatario dell’incarico (conferito attraverso bando pubblico e subordinato al controllo preventivo della Corte dei Conti) doveva anche effettuare attività di formazione presso le struttura dell’IREA di Napoli e Milano ed assistenza nei dodici mesi successivi alla consegna, oltre che fornire il citato sviluppo del logo in formato vettoriale dell’Istituto.

Per rendersi conto che non ci si limitava a richiedere soltanto un logo in formato vettoriale, bensi’ la realizzazione dell’intero sito WEB IREA, era sufficiente che il giornalista compisse lo sforzo di leggere le prime dieci righe dell’avviso di conferimento che e’ disponibile in rete (vedi https://www.irea.cnr.it/lavoro/IREA_avviso_3_2009_001.pdf). 

L’articolo suddetto è stato oggetto di una replica da parte del direttore generale del CNR, pubblicata da Il Sole 24 ORE il 5 luglio 2013 (vedi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-05/replica-202329.shtml?uuid=AbLoQiBI), il quale ha effettuato una serie di precisazioni alle informazioni emerse sul CNR (fra le quali quella relativa all’IREA) definite non complete e/o non corrette.

Poiché però, per motivi di spazio, le precisazioni contenute nella replica del CNR sono necessariamente molto sintetiche ho ritenuto opportuno fornire attraverso questa breve nota tutte le informazioni aggiuntive ed i riferimenti alle fonti in grado di dimostrare inconfutabilmente che quanto riportato da Il Sole 24 ORE con riferimento all’IREA non corrisponde alla realtà, ripristinando così pienamente la verità dei fatti.

Mi sarei aspettato da una testata giornalistica autorevole quale Il Sole 24 ORE un maggior rigore nella verifica delle informazioni riportate o, perlomeno, che venisse accolta prontamente la mia richiesta di rettifica inviata alla redazione del giornale il 3 luglio 2013. Ciò, ad oggi, non si è purtroppo ancora verificato.

 
Riccardo Lanari
Direttore dell’IREA-CNR

 

Napoli, 9 luglio 2013                                                            

logo seritIl prossimo 8 Luglio, con il supporto organizzativo e logistico dell'IREA, si svolgerà la Terza giornata annuale SERIT, la piattaforma tecnologica nazionale promossa da CNR e Finmeccanica che raggruppa le aziende e gli enti che in Italia si occupano di ricerca in ambito Sicurezza.

L'evento sarà l'occasione per presentare il Volume 3 della Piattaforma SERIT che include le priorità nazionali da supportare in Horizon 2020.

La giornata si aprirà con il saluto del Presidente del CNR, del Sindaco di Napoli e del Presidente della Regione Campania. A seguire, nella Tavola Rotonda presieduta da un rappresentante della Commissione Europea, si discuteranno le opportunità di finanziamento per le tematiche "Security in H2020", con particolare riferimento al ruolo della ricerca e dell'industria nell'Italia Meridionale.

Nel pomeriggio verrà dato spazio a una breve presentazione dell'IREA che, con il laboratorio Radar per applicazioni di sicurezza e monitoraggio del territorio, ha vinto il Serit Award 2012, il riconoscimento al laboratorio pubblico e/o privato italiano che si è distinto per la ricerca e l’innovazione in ambito Security.

L'evento si svolgerà presso l'aula conferenze dell'Istituto Motori del CNR di Napoli, in via Marconi 8.

Per registrarsi e consultare il programma completo della giornata andare all'indirizzo: http://www.piattaformaserit.it/?p=2003

 

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