Maria Consiglia Rasulo
Il monitoraggio degli oceani e delle aree costiere gioca un ruolo fondamentale nella vita sociale dell'uomo, soprattutto per quanto riguarda le questioni attuali e future legate al cambiamento climatico. In questo contesto, dispositivi di telerilevamento come i sistemi radar stanno suscitando un notevole interesse per il monitoraggio dei parametri caratteristici dello stato del mare.
Il numero speciale "Radar Technology for Coastal Areas and Open Sea Monitoring", che ha tra gli editor Giovanni Ludeno, Ricercatore dell’IREA, si pone l'obiettivo di creare un forum virtuale in cui sono esaminate e discusse metodologie e applicazioni all'avanguardia riguardanti il monitoraggio degli oceani e delle aree costiere tramite l'utilizzo di sistemi radar.
Ulteriori informazioni e le istruzioni per la sottomissione sono disponibili a questo link
La scadenza per le sottomissioni è il 31 Maggio 2019
Facendo seguito alle richieste dell’Associazione Europea di Bioelettromagnetismo (EBEA) e del Centro Interuniversitario per lo Studio delle Interazioni tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi (ICEmB), nel 2003 la Fondazione e Centro per la Cultura Scientifica “Ettore Majorana”, con sede ad Erice (Sicilia, Italia), ha fondato la Scuola Internazionale di Bioelettromagnetismo intitolata ad Alessandro Chiabrera. I Direttori della Scuola sono il Prof. Ferdinando Bersani, dell’Università di Bologna, e la Dott.ssa Maria Rosaria Scarfì, Primo Ricercatore dell’IREA.
Il 9° Corso della Scuola, dal titolo “Possible Biomedical Applications of Electromagnetic Fields to cancer: from Biology and in silico to clinical perspectives”, co-organizzato dall’EBEA e dalla COST Action A17115: “European Network for Advancing Electromagnetic Hyperthermic Medical Technologies” (MyWAVE) si terrà ad Erice dal 24 al 30 Marzo 2019. Il Direttori del Corso sono il Prof. Theodoros Samaras (Aristotle University of Thessaloniki, Faculty of Sciences, School of Physics, Thessaloniki, Greece) e il Dr Gregor Sersa (Institute of Oncology, Ljubljana, Department of Experimental Oncology, Ljubljana, Slovenia).
Per maggiori informazioni si rinvia alla locandina di presentazione del corso ed al programma preliminare.
Il Centro Interuniversitario sulle Interazioni tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi (ICEmB), l’Università di Genova e l’Università di Salerno, organizzano la quinta edizione del convegno nazionale “Interazioni tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi”, che si terrà a Salerno dal 28 al 30 novembre 2018.
Il Convegno, in linea con le precedenti iniziative, si propone di stimolare il confronto tra i ricercatori che, nei rispettivi settori disciplinari (fisica, ingegneria, biologia, medicina, epidemiologia), contribuiscono attivamente allo sviluppo delle conoscenze nell’ambito del bioelettromagnetismo.
A tale scopo, il Comitato Tecnico Scientifico e Organizzativo del Convegno, di cui fa parte Stafania Romeo, Ricercatore dell’IREA, è lieto di invitare tutti i ricercatori impegnati nello studio delle interazioni tra campi elettromagnetici e biosistemi a partecipare a questo momento di confronto scientifico, sottoponendo i propri lavori nell’ambito delle seguenti, ma non esclusive, aree d’interesse: effetti biologici e sanitari dei campi elettromagnetici, dosimetria elettromagnetica, modelli e meccanismi di interazione, applicazioni biomedicali.
Per maggiori informazioni si rinvia alla locandina dell’evento ed al sito web ICEmB:
Napoli sta per tornare nello Spazio: appuntamento sabato 20 e domenica 21 ottobre con l’International Space Apps Challenge, il più grande hackathon al mondo, dedicato e aperto a tutti gli appassionati di Spazio e promosso dalla NASA.
A livello locale l’evento è co-organizzato dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli insieme al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II (DII), l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA-CNR), e il Center for Near Space (CNS) dell’Italian Institute for the Future. Gli sponsor quest’anno sono le aziende Sòphia High Tech e TRANS-TECH.
Si tratta di una sfida internazionale che si basa su un approccio di problem solving collaborativo e open-source: saranno 48 ore dedicate alla tecnologia spaziale e alle sue applicazioni terrestri. I partecipanti degli hackathon che si terranno contemporaneamente in centinaia di città di tutto il mondo – lo scorso anno hanno partecipato più di 25.000 persone in 187 città di sei continenti - lavorareranno a diverse sfide, proponendo soluzioni innovative per vincere il titolo di Galactic Problem-Solver.
I settori di applicazione sono diversi, quindi possono partecipare tutti coloro che hanno la passione per il pianeta Terra e per lo Spazio, e il desiderio di lavorare con un team interdisciplinare sulle varie sfide globali.
Per partecipare, basta registrarsi al link: https://2018.spaceappschallenge.org/auth/signup?location=naples
Non ci sono limiti di età, e la registrazione è totalmente gratuita.
Il tema di Space Apps 2018 sarà Earth and Space, Terra e Spazio, declinato in sei categorie:
Anche quest’anno, il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli mette in palio tre premi speciali in denaro per i team vincitori locali:
In ogni location, i primi due team vincitori locali parteciperanno poi alla fase globale, sottoposti al giudizio degli esperti NASA. Lo scorso anno, il team napoletano BEe Space - si era classificato al secondo posto a #SpaceApps Napoli - era stato poi selezionato per la fase globale della competizione nella categoria ‘Best Mission Concept’ con il progetto ‘H.O.M.E. Lab' (Hexagonal Open Modular Environment). Si trattava di una base di ricerca in isolamento per simulare future missioni su altri pianeti, in particolare su Marte, capace di garantire condizioni di vita confortevoli all’equipaggio al suo interno e progettata con una particolare attenzione all’utilizzo di soluzioni ecosostenibili, anche in vista di possibili applicazioni in ambito civile e nel caso di insediamenti di emergenza a seguito di catastrofi naturali. Tutti i dettagli sull’evento e sui temi selezionati quest’anno sono disponibili sul sito:
https://2018.spaceappschallenge.org/locations/naples/
Per registrarsi: https://2018.spaceappschallenge.org/auth/signup?location=naples
L’IREA-CNR è nel team multidisciplinare, autore di una importante scoperta riguardante l’evidenza di acqua liquida nel sottosuolo di Marte alla profondità di circa 1.5 km. Questa scoperta è stata possibile grazie ad un’indagine condotta mediante il radar italiano MARSIS (da Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) a bordo della sonda europea Mars Express.
MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) è un radar sounder, ovvero un radar che opera a frequenze comprese tra 1.5 e 5 MHz. In virtù delle basse frequenze adoperate, e delle caratteristiche trasparenti dei ghiacci, MARSIS è capace di sondare il sottosuolo di Marte fino alla profondità di 4-5 km e per più di 12 anni il radar ha investigato le calotte polari del pianeta rosso in cerca di indizi di acqua liquida.
Il lavoro che testimonia questa scoperta, di cui è co-autore Francesco Soldovieri dell’IREA-CNR, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science. Nella pubblicazione il team composto da ricercatori appartenenti a centri di ricerca ed università italiane (INAF, Università degli studi Roma Tre, ASI, Università D’Annunzio Chieti-Pescara, CNR e Sapienza Università di Roma), mostra per la prima volta, la prova dell’esistenza di acqua liquida nel sottosuolo marziano. I dati di MARSIS indicano che probabilmente l’acqua è salata poiché alla profondità di 1.5 km, dove l’acqua è stata identificata, la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0°C. I sali, che probabilmente sono simili quelli che la sonda NASA Phoenix ha trovato nel ghiaccio della zona circumpolare nord, agiscono da “antigelo” aiutando a mantenere l’acqua allo stato liquido. Inoltre, potrebbero esserci altre zone con condizioni favorevoli alla presenza di acqua in profondità su Marte ed il team coinvolto nella scoperta continuerà ad investigare.
Lo studio ha riguardato la regione del Planum Australe, per la quale sono stati analizzati i dati acquisiti da MARSIS nel periodo tra il maggio 2012 ed il dicembre 2015. I profili radar raccolti su questa area hanno mostrato caratteristiche peculiari e permesso di identificare una area di circa 20km quadrati (centrata nella zona con le seguenti coordinate: 193°E e 81°S), nella quale la sottosuperficie è molto riflettente, al contrario di ciò che succede nelle aree circostanti. Nello specifico, l’IREA-CNR ha partecipato all’analisi quantitativa dei segnali radar, mediante modellistica elettromagnetica inversa, per arrivare a determinare la permittività dielettrica dello strato riflettente. Questa parte del lavoro, durata quasi 4 anni, ha consentito di determinare che la permittività dielettrica dell’area altamente riflettente è maggiore di 15, perfettamente in accordo con la presenza di materiali che contengono notevoli quantità di acqua liquida.
Negli ultimi 34 anni l'ACM Symposium on Applied Computing (SAC) è stato uno dei forum internazionali principali per gli informatici, gli ingegneri informatici e gli sviluppatori di applicazioni per raccogliere, interagire e presentare il loro lavoro.
L’Information Access and Retrieval riguarda la teoria, l'implementazione e la valutazione delle tecnologie di accesso alle informazioni in nuove aree di applicazione e in nuovi contesti.
Deadline per la sottomissione di articoli: 10 settembre 2018
Per ulteriori informazioni, scarica la Call for Papers
L'International Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH) - ISSN 1660-4601, Impact Factor 2.145 - copre tutti gli aspetti delle scienze ambientali, della salute pubblica, dell’igiene occupazionale e della ricerca sulla salute in generale. La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) è tra le società associate con IJERPH.
Questo numero speciale, di cui Maria Rosaria Scarfì e Olga Zeni sono tra i Guest Editors, è dedicato agli studi sperimentali, in vitro, in vivo ed epidemiologici, sulla esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. L’attenzione è rivolta sia ai possibili effetti avversi per la salute sia a quelli benefici, incluse le applicazioni biomedicali, con particolare enfasi ai meccanismi di interazione ai fini delle applicazioni terapeutiche e diagnostiche.
Maggiori dettagli si trovano al link http://www.mdpi.com/journal/ijerph/special_issues/EMEFBM
La scadenza per le sottomissioni è 28 febbraio 2019.
Ciro Liccardi, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’IREA, è improvvisamente venuto a mancare all’affetto della sua famiglia e dei suoi colleghi. Ciro era Collaboratore Tecnico presso l’Istituto di Ricerche sulla Combustione, ma dal 2010 si occupava delle attività di prevenzione e protezione sul lavoro non solo per l’IRC ma anche per l’IREA, diventando presto un punto di riferimento per tutte le problematiche relative alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Con la sua scomparsa il CNR ha sicuramente perso una persona di valore.
Ciro è stato però qualcosa in più. Affabile, gentile con tutti, sempre sorridente, attento e scrupoloso nel suo lavoro, Ciro Liccardi era senza retorica quello che si definisce “una brava persona”.
Grazie alla sua competenza e alle sue qualità umane mancherà a tutti noi dell’IREA come RSPP ma soprattutto come uomo e come amico.
Il nostro Angelo della Sicurezza ... si avvertiva la tua presenza costante e discreta, sapevi tutte le nostre date di nascita e la corrispondenza con il nostri segni zodicali ma avevi anche un pensiero e una parola per i nostri problemi lavorativi e personali... ci mancherai!!!
Nadia Russo
Paola Carrara
Anna Sannino
Enzo De Novellis
Francesca Di Matteo
Lorenzo Crocco
Antonio Pepe
Piero Tizzani
Stefania Romeo
Olga Zeni
Fabiana Calò
Nell’ambito della rete di formazione innovativa EMERALD, finanziata dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020 - MSCA, sono disponibili tredici posizioni con contratti a tempo determinato per 36 mesi con una data di inizio tra ottobre 2018 o gennaio 2019, a seconda dell'istituto ospitante.
EMERALD (ElectroMagnetic imaging for a novel genERation of medicAL Device) è un network che coinvolge i principali gruppi di ricerca a livello europeo attivi nell’ambito dello sviluppo delle tecnologia elettromagnetica (EM) per l'imaging medico e mira alla formazione di un gruppo di ricercatori altamente qualificati, in grado di accelerare l'evoluzione di questa tecnologia "dal banco di ricerca al letto del paziente”. A tal fine, EMERALD costituirà un gruppo di 13 giovani ricercatori che saranno i futuri leader europei in questo settore, attraverso uno speciale programma di ricerca e formazione.
Il consorzio EMERALD coinvolge istituzioni accademiche, partner industriali, ospedali e centri medici universitari. I ricercatori formati da EMERALD guideranno gli sviluppi futuri della tecnologia di imaging EM, grazie alle competenze mirate che otterranno e alle loro connessioni stabilite con medici e parti interessate.
Le specifiche calls sono disponibili su Euraxxes al link: https://euraxess.ec.europa.eu/site/search?keywords=emerald
La scadenza per la presentazione delle domande è il 1 giugno 2018.
In particolare, due posizioni sono disponibili al CNR-IREA di Napoli.
La prima prevede lo sviluppo di algoritmi di imaging a microonde per dispositivi di follow-up clinico. Il principale argomento di ricerca sarà la progettazione, l'implementazione e il collaudo degli algoritmi di imaging a microonde per elaborare i dati raccolti mediante dispositivi sviluppati all'interno della rete EMERALD per il follow-up clinico e il trattamento guidato da immagini a microonde.
L’argomento di ricerca della seconda posizione sarà invece la progettazione, realizzazione e test di un dispositivo di imaging a microonde non invasivo, sicuro, portatile ed economico per monitorare i trattamenti di ablazione termica.
Per ulteriori informazioni contattare Lorenzo Crocco ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )
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Da alcuni anni chiunque voglia presentare un progetto di ricerca in ambito europeo, deve dichiarare di ispirarsi ai principi della Ricerca e Innovazione Responsabili (nota con l’acronimo RRI), anticipando i possibili impatti della sua ricerca e spiegando come il processo proposto produrrà un’innovazione “socialmente desiderabile e accettabile”.
Perché un’attività di ricerca possa definirsi RRI, essa deve prevedere il coinvolgimento attivo di vari pubblici (Public Engagement) per la definizione di obiettivi socialmente condivisi; considerare la dimensione etica (Ethics) e le diverse prospettive ed implicazioni - per uomini e donne - delle sue attività (Gender); garantire opportunità di formazione in grado di costruire una cittadinanza attiva e partecipe ai processi decisionali (Science Education); consentire l’accesso aperto (Open Access) alla conoscenza e ai risultati delle ricerche scientifiche fin dai primi momenti della costruzione di un progetto; tendere verso una più proficua interazione con il mondo politico per garantire un governo maggiormente condiviso dell’innovazione (Governance).
Da quando la RRI è stata formulata, molti progetti hanno cercato di promuoverne un’ampia applicazione, soprattutto in ambito scientifico, ma da alcune indagini risulta che il tentativo di incorporare l’approccio nelle pratiche di ricerca sia stato finora piuttosto debole ed eterogeneo e che molti ricercatori non abbiano una chiara comprensione di cosa implichi assumere un approccio di RRI.
Cosa è la RRI per i ricercatori? È l’ennesimo vincolo burocratico cui sottomettere la propria attività, o un invito a ripensare il modo di fare ricerca e innovazione?
Il volume "Scienziati in affanno? Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) in teoria e nelle pratiche", curato da Alba L'Astorina dell'IREA e Monica Di Fiore, intende esplorare i diversi significati di un approccio complesso come la RRI, ricollocando la sua formulazione nel contesto più ampio della riflessione sui rischi e i benefici connessi all’innovazione tecnoscientifica e sul rapporto tra scienza, società e politica. Lo scopo del volume è di offrire ai ricercatori uno strumento per orientarsi nel nuovo scenario europeo di politiche della ricerca e, nello stesso tempo, fornire alcuni spunti critici sul modo in cui è cambiato il modo di produrre e condividere la conoscenza scientifica e sul nuovo ruolo che gli scienziati hanno in questo processo.
La prima parte del libro, che raccoglie gli interventi di alcuni esperti intervenuti in una serie di workshop organizzati dall’IREA del CNR di Milano nel 2016, ricostruisce il contesto epistemologico, politico e sociale che ha portato alla definizione delle dimensioni chiave della RRI.
A partire dalle questioni emerse durante il dibattito con i partecipanti all’iniziativa del CNR, è stata costruita la seconda parte del volume, che esplora le condizioni che rendono possibile l’introduzione o la valorizzazione di queste dimensioni chiave nelle pratiche di ricerca. Cosa vuol dire aprire la scienza ai valori della società? Come è possibile condividere le domande di ricerca? Qual è il ruolo dei vari attori in un progetto partecipato e inclusivo? A queste domande cercano di rispondere autori che in diverso modo si sono confrontati con la RRI nel corso di progetti di ricerca esplicitamente ispirati a questo approccio o che ne hanno esplorato varie dimensioni nell’ambito di esperienze più ampie. Alcuni contributi si collocano al di fuori dell’accademia e non sono direttamente vincolati dal contesto normativo della RRI, perché il tema della “responsabilità” non è prerogativa di questo approccio, né della sola politica europea.
Il volume si chiude con una conversazione con due studiosi che da anni si interrogano sullo stato critico della relazione tra scienza, società e politica, con lo scopo di allargare la riflessione oltre i confini italiani ed oltre la stessa RRI. Il tema principale del volume diventa così un pretesto per introdurre all'interno della comunità scientifica temi diventati prerogativa delle scienze sociali e contribuire così a ridurre la distanza - che a volte ha i tratti del conflitto - tra chi "fa" scienza e chi "riflette" sui suoi cambiamenti.
Il volume "Scienziati in affanno? Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) in teoria e nelle pratiche" è il più recente risultato delle attività legate all'RRI (Ricerca e Innovazione Responsabili) che l'IREA conduce nell'ambito della linea di ricerca dedicata agli Studi sociali su scienza, comunicazione ed educazione.
Il libro è accessibile e interamente scaricabile al seguente indirizzo web: http://doi.irea.cnr.it/scienziati-in-affanno-ricerca-e-innovazione-responsabili-rri-in-teoria-e-nelle-pratiche/
Una delle attività di ricerca irea
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Modellistica di estrazione di parametri bio-geofisici
Alcuni parametri bio-geofisici, indicatori qualitativi o quantitativi dello stato delle…