Maria Consiglia Rasulo

Maria Consiglia Rasulo

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eventi22018

Il 4 ottobre presso l'Area di Ricerca del CNR di Milano, Aperitivo scientifico con i lettori e gli autori di 'Scienziati in affanno?' RRI in teoria e nelle pratiche, edito CNR e curato da Alba L'Astorina e Monica Di Fiore

Il 19 settembre presso l'AHAAA Science Center, a Tartu, in Estonia, il progetto europeo BLUEMED promuove un workshop partecipativo che esplora l’approccio della RRI nel contesto dell’economia e della crescita blu. L'evento è organizzato nell'ambito della Multi-conference Responsible Research and Innovation in Science, Innovation and Society 2018 (RRI – SIS 2018), organizzata dal progetto Marina (Marine Knowledge Sharing Platform for Federating Responsible Research and Innovation Communities) che chiama a raccolta per tre giorni attori di vari ambiti (ricerca, politica, società civile, associazionismo) in una serie di Conferenze dedicate al tema della RRI in un confronto e scambio di conoscenze. Leggi la notizia qui.

20 giugno ore 09.30 - 13.00 presso l'Area della ricerca Milano 1, Sala Expo via Corti 12,  "Giornalismo e ricerca: un dialogo possibile? L'interazione tra media e ricercatori". Interverrà Alba L'Astorina

Il 16 aprile dalle ore 9.00 alle ore 17.00 si terrà presso l'Area della Ricerca del CNR di Milano una giornata di studio dedicata alla presentazione ed analisi di strumenti abilitanti per la creazione di informazione geografica volontaria (VGI). Per scaricare la locandina
19 marzo ore 9.30-13.00, presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca, evento dal titolo: "Favorire una cultura della prevenzione e dell’anticipazione del rischio connesso all’uso dei prodotti fitosanitari, attraverso la condivisione di competenze ed esperienze tra ricerca, aziende e altri attori del settore agricolo in Lombardia: le proposte del progetto regionale TRAINAGRO - TRAsferimento delle conoscenze e dell’INnovazione nell’uso sostenibile dei pesticidi in AGRicOltura. Auditorium G. Martinotti  - via Vizzola, 5.
6 marzo ore 12.00, sala multimediale IREA via Diocleziano 328, Napoli. Seminario del dr. Marcello Caleffi, del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell'Informazione Università Degli Studi di Napoli Federico, dal titolo: "Network Design for Distributed Quantum Computing".
 
 
 
 

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20-21 e 27-28 febbraio, parte LA SICUREZZA ALIMENTARE E LE RISORSE AMBIENTALI CON IL CNR, un'iniziativa in cui i ricercatori dell'IREA CNR e di altri istituti milanesi incontrano il pubblico al Museo Scienza e Tecnologia L. Da Vinci in laboratori interattivi di alimentazione, biotecnologie, genetica, materiali. Ulteriori informazioni qui.

Mimed Cost

Le applicazioni in ambito clinico rappresentano una delle frontiere più stimolanti per le tecnologie dei campi elettromagnetici, tanto per il loro uso nella terapia, legato alla possibilità di riscaldare selettivamente i tessuti tumorali (ipertermia oncologica), che per la loro applicazione a fini diagnostici, in cui l’imaging a microonde può fornire un valido supporto, o un’alternativa efficiente e sostenibile, alle modalità attualmente utilizzate nella pratica clinica.

In questo contesto, il ricorso ad opportuni nanocompositi quali agenti di contrasto può portare a significativi miglioramenti nelle prestazioni e dunque nell’efficacia delle terapie e nella accuratezza delle diagnosi.

Il potenziale derivante dall’interazione tra nanocompositi e onde elettromagnetiche costituisce il tema del workshop Synergies between nanocomposites and electromagnetic waves for contrast enhanced microwave imaging, therapy and theranostics” organizzato a Napoli da Lorenzo Crocco, primo ricercatore dell’IREA, nell’ambito della COST Action MiMed “Accelerating the Technological, Clinical and Commercialisation Progress in the Area of Medical Microwave Imaging” (TD1301).

Il workshop intende offrire l’occasione per una riflessione interdisciplinare su queste tematiche, grazie al contributo di relatori provenienti da tutta Europa, espressione di diversi contesti culturali (ingegneria, medicina, chimica, biotecnologie).

Il meeting si terrà a Napoli il 2 e 3 febbraio 2017 presso il Centro Congressi dell’Università Federico II in Via Partenope.

Agenda 


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EDI immagineÈ il Repertorio Nazionale per i Dati Territoriali a segnalare il software EDI come nuovo strumento per tutte le Pubbliche Amministrazioni impegnate a valorizzare il proprio patrimonio di dati territoriali.

EDI, sviluppato da IREA-CNR nell’ambito del progetto RITMARE, risponde in particolare alle sfide legate alla qualità e alla coerenza dell’informazione geografica fornendo una serie di moduli che guidano l’utente alla creazione di metadati in modo semplice ed efficace.

L’editor EDI è attualmente disponibile online e consente una compilazione standard secondo la normativa italiana (RNDT), ma anche seguendo le specifiche europee e internazionali (INSPIRE e SensorML), prestandosi così alle necessità di un’utenza diversa. Gruppi, progetti o istituti di ricerca, ma anche tecnici operanti nella Pubblica Amministrazione, possono usufruire del prodotto beneficiando di alcune funzionalità che rendono meno onerosa la gestione dati. Il software, rilasciato con licenza Free Open Source (FOSS) GNU GPL v3, è completamente personalizzabile.

Aspetti che sono valsi un riconoscimento di EDI nel portale RNDT, oggi registro pubblico di informazioni territoriali nazionali certificate e reperibili proprio grazie alla relativa metadatazione.

Per maggiori informazioni e i dettagli tecnici dello strumento si rimanda al paper: Pavesi, F., A. Basoni, C. Fugazza, S. Menegon, A. Oggioni, M. Pepe, P. Tagliolato, and P. Carrara. “EDI – A Template-Driven Metadata Editor for Research Data.” Journal of Open Research Software - JORS 4 (October 25, 2016). doi: 10.5334/jors.106.

 


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fornaroGianfranco Fornaro, primo ricercatore dell’IREA, è stato onorato del grado di Fellow della IEEE per i suoi contributi di interferometria differenziale e tomografia all’elaborazione dati SAR.

La IEEE, “the Institute of Electrical and Electronics Engineers” è la più grande organizzazione tecnica professionale a livello mondiale dedita a promuovere l'innovazione e l'eccellenza tecnologica a beneficio dell'umanità. Conta circa 420.000 membri in più di 160 paesi e pubblica un terzo della letteratura nel campo dell’ingegneria elettrica, informatica ed elettronica.

Il prestigioso grado di Fellow viene conferito a seguito di una rigorosa procedura di valutazione ed è riservato ai membri che si sono distinti per risultati straordinari di significativo impatto per la società e che hanno contribuito al progresso nel campo dell’ingegneria, della scienza e della tecnologia.

 

 


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La sezione “Amministrazione trasparente” è organizzata secondo quanto indicato dal D.lgs 14 marzo 2013 n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” 

Per informazioni specifiche sull'istituto:

Organizzazione

Personale

Bandi di concorso

Bandi di gara

Incarichi di collaborazione e consulenza

Bilancio e rendimento

 

Si informa che i dati personali sono riutilizzabili in termini compatibili con gli scopi per i quali sono raccolti e nel rispetto del norme sulla protezione dei dati personali.

 

Per tutto quanto richiesto dal D.lgs 14 marzo 2013 n. 33 si consulti il seguente indirizzo:

http://www.cnr.it/sitocnr/Iservizi/AmministrazioneTrasparente/AmministrazioneTrasparente.html

lanari

 

Riccardo Lanari, direttore dell’IREA, è stato nominato dalla European Geosciences Union (EGU) vincitore della Christiaan Huygens Medal 2017, uno dei premi che la EGU assegna ogni anno a eminenti scienziati per il loro straordinario contributo di ricerca nel campo delle scienze della Terra, planetarie e spaziali.

In particolare la Christiaan Huygens Medal viene attribuita per innovazioni, scoperte o contributi significativi che hanno portato a progressi rilevanti nel settore della “Geosciences Instrumentation and Data Systems”.

Il premio sarà consegnato nel corso della prossima Assemblea Generale EGU, che si terrà a Vienna dal 23 al 28 aprile 2017.

 

 


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Quiz Scienza è un progetto di divulgazione della scienza sui Social di Renato Sartini, giornalista scientifico ed esperto in comunicazione della conoscenza. Il Quiz viene pubblicato su www.renatosartini.it, Twitter e Facebook in collaborazione con Enti e Istituzioni che si occupano di ricerca scientifica.

Il Quiz Scienza non ha alcuna valenza statistica, ma ha l'intento di creare un cortocircuito virtuale tra il popolo del web e gli scienziati al fine di chiarire alcuni concetti scientifici e di arginare, in parte, il fenomeno delle cosiddette bufale scientifiche. Il tutto con un linguaggio accessibile ai meno esperti.

Alla domanda n. 13 del Quiz Scienza risponde il dott. Eugenio Sansosti, Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, esperto di Sistemi Radar per l’Osservazione della Terra.

 

[#QuizScienza n. 13]

Il #terremoto delle Marche ha deformato un'area di oltre 600 km quadrati.

DOMANDA Com'è stata misurata quest'area?

 

Il quesito ha avuto 108 risposte su Twitter così distribuite:

-       Con misure sul campo: 1%

-       Con sistemi satellitari: 81%

-       Coi dati dei sismografi: 14%

-       Con fotografie aeree: 4%

 

Risposta

L’estensione dell’area che si è deformata in conseguenza dei terremoti del 26 e 30 ottobre 2016 è stata misurata utilizzando satelliti che osservano la Terra mediante sistemi radar. Questi strumenti permettono di misurare deformazioni del suolo anche di piccola entità, spostamenti dell’ordine di un centimetro, ed operano su aree molto estese, da 40 km per 40 km fino a 250 km per 250 km per i satelliti più recenti.   

Queste caratteristiche permettono di delineare l’estensione dell’area in deformazione: fissata una soglia di deformazione del suolo (ad esempio 5 cm), è possibile individuare sulla mappa satellitare l’area che si è spostata di una quantità superiore alla soglia scelta.  

Tutto ciò può essere ottenuto senza alcuna necessità di accedere alla zona in deformazione: un ulteriore vantaggio, in caso di emergenza, rispetto a tecniche più “tradizionali”. Queste ultime si basano su una raccolta di dati da effettuarsi mediante campagne di misura sul territorio, oppure sull’istallazione, in postazioni fisse, di ricevitori GPS (del tutto analoghi a quelli dei navigatori satellitari). In entrambi i casi, però, il numero di punti in cui si può effettuare la misura risulta limitato. 

La tecnica satellitare si basa sull’utilizzo di immagini acquisite da un particolare tipo di radar  denominato Radar ad Apertura Sintetica (SAR), una speciale “macchina fotografica” che, invece di utilizzare la luce, usa una radiazione elettromagnetica a microonde simile a quella utilizzata dai telefoni cellulari o dai forni detti, appunto, “a microonde”. Questo radar è attualmente montato a bordo di diversi satelliti che orbitano intorno alla Terra ad un’altezza compresa tra 600 e 800 km.

La deformazione del suolo viene misurata mediante tecniche cosiddette interferometriche. Si confrontano (si fanno “interferire”) due immagini acquisite dalla stessa posizione prima e dopo il terremoto: se tra le due acquisizioni c’è stata una deformazione del terreno, questa viene visualizzata come una serie di strisce colorate che costituiscono le cosiddette frange di interferenza (o interferogramma). Tali interferogrammi possono essere ulteriormente elaborati per produrre le mappe di spostamento

 

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Nuovi risultati sul terremoto del 30 Ottobre 2016 ottenuti dai radar dei satelliti Sentinel-1

Il terremoto del 30 ottobre dai rilevamenti satellitari

Il terremoto del 26 ottobre dai rilevamenti satellitari

Interferometria Differenziale Radar ad Apertura Sintetica

Una nuova animazione in 3D, realizzata dall'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del CNR, mostra in maniera evidente quali sono stati gli spostamenti del suolo nell'Italia centrale provocati dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre 2016.

L'animazione si basa sui dati del satellite giapponese ALOS 2, che confermano sostanzialmente il trend di deformazione rilevato in precedenza dai dati acquisiti dai satelliti Sentinel-1 del programma europeo Copernicus e COSMO-SkyMed dell'Agenzia Spaziale Italiana.

 

3D terremoto

 

L'animazione mostra l'abbassamento del suolo di circa 20 centimetri nell'area di Accumoli, di circa 70 centimetri nella zona di Castelluccio e il sollevamento di circa 20 centimetri di Norcia e dell'area circostante; si evidenzia anche lo spostamento di Norcia di oltre 30 centimetri a Ovest e quello dell'area di Montegallo di quasi 40 centimetri verso Est.

Le deformazioni co-sismiche rilevate (a sinistra la componente verticale, a destra quella orizzontale Est-Ovest) sono state ottenute con la tecnica dell'interferometria radar differenziale a partire dai dati radar ALOS 2 acquisiti il 09/09/2015, il 24/08/2016 e il 02/11/2016 da orbite ascendenti, ed il 25/05/2016, 31/08/2016 e 09/11/2016 da orbite discendenti.

L'attività svolta è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC). Inoltre, essa si inquadra nell'ambito della collaborazione tra l’IREA e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, e si avvale del supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I dati ottenuti dal satellite ALOS 2 sono frutto degli accordi esistenti tra l'ASI e l’Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa).

 

Lo studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche, focalizzato ora sul terremoto del 30 ottobre 2016, si arricchisce di nuovi importanti risultati ottenuti grazie alla elaborazione delle immagini radar della costellazione Sentinel-1 acquisite da orbite ascendenti e discendenti 

 

Grazie alle nuove immagini radar, acquisite il 1 novembre 2016 da orbite ascendenti e discendenti dai sensori (operanti in banda C) della costellazione Sentinel-1 del Programma Europeo Copernicus, le elaborazioni effettuate dal CNR-IREA utilizzando la tecnica dell’interferometria radar differenziale hanno ora rilevato, in tutta la sua estensione (circa 1100 Km quadrati) e complessità, il campo di deformazione originato dal terremoto.

In particolare, combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel-1 ascendenti e discendenti (Figura 1A e Figura 1B, rispettivamente) è stato possibile stimare gli spostamenti sia verticali, sia nella direzione est-ovest. Si evidenziano due grossi lobi di deformazione orizzontale (Figura 1C), uno con uno spostamento verso est baricentrato all’incirca nell’area di Montegallo (con un massimo di circa 40 cm), l’altro con spostamenti verso ovest centrati nell’area di Norcia (con un massimo spostamento di circa 30 cm). 

 

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Figura 1 Risultati delle analisi realizzate con dati Sentinel-1 del Programma Copernicus: in alto sono riportate le due mappe di deformazione co-sismica (nelle linee di vista del radar), ottenute da orbite ascendenti (pannello A) e discendenti (pannello B) con la tecnica dell'interferometria radar differenziale, a partire dai dati radar Sentinel-1 acquisiti il 26/10/2016 (immagini pre-evento) ed il 01/11/2016 (immagini post-evento); in basso sono mostrate le mappe delle componenti est-ovest (pannello C) e verticale (pannello D) delle deformazioni superficiali, ottenute sfruttando congiuntamente i passaggi ascendenti (Sud-Nord) e discendenti (Nord-Sud). La stella rossa rappresenta l’epicentro del terremoto del 30 ottobre 2016, quelle bianche gli epicentri degli eventi del 24 agosto e del 26 ottobre 2016

 

Si evidenziano anche significative deformazioni verticali (Figura 1D) caratterizzate da una forte subsidenza, di almeno 60 cm nell’area di Castelluccio (già emersa dalle prime analisi dei dati Sentinel-1), e da una deformazione verticale in sollevamento di circa 12 cm nell’area di Norcia. Fra l’altro, gli effetti relativi all’area di Norcia erano già in parte emersi dall’analisi effettuata utilizzando congiuntamente i primi dati Sentinel-1 e quelli della costellazione italiana COSMO-SkyMed (operante in banda X) sviluppata dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa.

Si segnala infine che, a causa delle notevoli entità delle deformazioni avvenute, è possibile che gli spostamenti rilevati siano sottostimati anche di un 30% ma tali effetti saranno corretti grazie alle nuove acquisizioni già previste nei prossimi giorni, in particolare quelle del sensore radar (operante in banda L) a bordo del satellite giapponese ALOS 2.

L’attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e viene svolta da un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

 

Il programma Copernicus è diretto dalla Commissione Europea. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) è responsabile dello sviluppo dei satelliti Sentinel e gestisce i due satelliti Sentinel-1. 

 
Ricercatori CNR e INGV, attraverso l’utilizzo di immagini radar del satellite giapponese ALOS 2, hanno rilevato le deformazioni del suolo provocate dagli eventi sismici del 26/10/2016 che hanno colpito le province di Macerata e Perugia. Il campo di deformazione rilevato si estende per circa 20 Km in direzione Nord e presenta un abbassamento del suolo massimo di circa 18 cm
 

Prosegue l’attività relativa allo studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche, focalizzata ora sugli eventi del 26 ottobre scorso. Tale attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e viene svolta da un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

“Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, il team di ricercatori di CNR-IREA e INGV ha misurato anche in questa occasione e con alta precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto, utilizzando l'interferometria differenziale”, spiega Riccardo Lanari, direttore del CNR-IREA. “In questo caso, la banda di frequenze utilizzate (banda L) dal radar operante a bordo del satellite ALOS 2 ci ha consentito di rilevare le deformazioni del suolo nonostante la zona colpita sia particolarmente coperta da vegetazione. Tali deformazioni si verificano circa 8 chilometri più a Nord rispetto a quelle provocate dal terremoto di Amatrice del 24 agosto, e caratterizzano una zona che si estende per circa 20 km in direzione Nord e presenta un abbassamento del suolo massimo di circa 18 cm (corrispondenti a 22 centimetri di allontanamento, rispetto alla linea di vista del radar) in corrispondenza dell’area di Vallestretta”.

 

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“I movimenti del suolo misurati dal satellite, insieme ad altri dati geologici e sismologici, sono ora in corso di analisi per elaborare dei modelli fisico-matematici tramite i quali sarà possibile individuare la faglia sorgente del terremoto e caratterizzarne l'attività profonda. I primi risultati sembrano indicare che la faglia attivata il 26 ottobre faccia parte della stessa struttura geologica che ha causato il terremoto di Amatrice. Il piano di faglia quindi è inclinato verso ovest di circa 50°, si colloca tra 10 e 3 chilometri di profondità e non raggiunge la superficie”, spiega Stefano Salvi, dirigente tecnologo dell’INGV. “A partire dalla sequenza di Colfiorito nel 1997 i dati satellitari radar sono stati utilizzati molte volte in Italia per individuare sorgenti sismiche e vulcaniche, grazie anche alle tecniche sviluppate dai ricercatori del CNR-IREA, che oggi sono all'avanguardia nel panorama internazionale”.

L’obiettivo del Dipartimento della Protezione Civile, durante un’emergenza sismica, è ottenere in tempi brevi un quadro delle deformazioni e degli spostamenti del suolo causati dal sisma nell’area dell’epicentro. I Centri di Competenza CNR-IREA e INGV, grazie alle loro specifiche competenze, supportano il Dipartimento nell’utilizzo dei dati e delle informazioni satellitari e nella loro integrazione con i dati in situ: tale collaborazione consente lo sviluppo di prodotti, metodi e procedure che migliorano il sistema nazionale di risposta all’emergenza e che sono a disposizione di tutto il Servizio Nazionale della Protezione Civile.