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Mercoledì, 02 Agosto 2023 16:25

ARCOBALENO E OLTRE: la Terra vista dallo spazio

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In occasione del centenario della fondazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’IREA - Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente ha organizzato una mostra multimediale di spettacolari immagini satellitari di osservazione della Terra, dove natura, luce e tecnologie si mescolano per dare vita a vere e proprie opere d’arte. Le immagini (ottenute in particolare dal satellite dell’ESA Copernicus Sentinel-2) ci propongono una visione unica di laghi, fiumi, deserti, isole, mari, luoghi remoti e molto spesso inaccessibili, per guardare il nostro pianeta sotto una luce nuova.

È infatti proprio grazie alla luce - dal visibile all’infrarosso e oltre- che arrivando all’”occhio” del satellite ci permette di osservare la Terra con rappresentazioni inedite di nicchie di biodiversità e peculiarità ambientali. Ed ecco che lo snodarsi di un fiume, le forme sinuose delle dune in un deserto o quelle geometriche dei campi coltivati, visti dall’alto, si trasformano in un quadro astratto.

Attraverso i pannelli informativi allegati a ciascuna immagine e l’incontro con i ricercatori di IREA, la mostra vuole far comprendere le potenzialità dell’uso delle tecniche di telerilevamento, facendo emergere la sinergia tra le molteplici discipline, per il loro efficace utilizzo. La mostra multimediale e autoguidata è disponibile all’indirizzo https://mostra100cnr.irea.cnr.it/

Dal 9 ottobre 2023 sarà invece possibile visitare di persona la mostra presso l’Area di Ricerca di Milano 1, via Alfonso Corti 12. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a questo link.
 

 

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Heritage IF bannerLa rivista HERITAGE, fondata nel 2018 da Nicola Masini (Cnr-Ispc) e Francesco Soldovieri (Cnr-Irea), che ne sono anche gli Editor in Chief, ha ricevuto lo scorso giugno il suo primo Impact Factor pari a 1,7 nel Journal Citation Reports (Clarivate).

HERITAGE è una rivista Open Access pubblicata con cadenza mensile, indicizzata in Scopus, ESCI (Web of Science) e altri database. HERITAGE è dedicata alle tematiche della conoscenza, conservazione, gestione e protezione del patrimonio culturale e naturale, con un approccio olistico che va dalle tecnologie, alle best pratices e alle scienze sociali.

La rivista nasce con l’idea di incoraggiare sinergiche connessioni tra diverse discipline, tecnologie, tematiche, scenari applicativi, approcci (dal multidisciplinare al trans disciplinare), valorizzando gli ambiti del patrimonio culturale e naturale, che rappresentano sempre più un’area di frontiera per nuovi avanzamenti metodologici e tecnologici di interesse anche in altri settori della conoscenza.

Per ulteriori dati riguardanti la rivista, vai a questo link.

 


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solfataraLunedì 3 luglio a partire dalle 16, presso l’hotel Gli Dei in via Coste d’Agnano 21 a Pozzuoli, si terrà un incontro informativo con la popolazione sul rischio vulcanico ai Campi Flegrei. All’iniziativa, voluta dal Comune di Pozzuoli, partecipano il Dipartimento di Protezione Civile, la Protezione Civile della Regione Campania e l’INGV.

A relazionare sull’andamento del fenomeno per la comunità scientifica saranno: Francesca Bianco (direttrice del dipartimento vulcani Ingv), Mauro Di Vito (direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV), Giulio Zuccaro (responsabile scientifico del Centro di Competenza PLINIVS) e Francesco Casu (ricercatore del Cnr-Irea). A seguire, il Dipartimento di Protezione Civile illustrerà “il percorso della pianificazione di protezione civile dell’area flegrea”, la Protezione Civile della Campania interverrà sugli aspetti regionali, l’Acamir (Agenzia Campana Mobilità Infrastrutture e Reti) dettaglierà i “percorsi di allontanamento dei Campi Flegrei in modalità assistita ed autonoma in zona rossa”, mentre il Comune di Pozzuoli si soffermerà sulle “attività di protezione civile a livello locale”. Al termine degli interventi e prima delle conclusioni finali, i cittadini presenti in sala potranno porre domande agli esperti. 

L’incontro rappresenta una preziosa occasione per discutere della pianificazione di protezione civile per il rischio vulcanico e anche per fare un focus sul bradisismo. L’incontro, aperto a tutti i cittadini (fino ad esaurimento posti in sala), verrà trasmesso in diretta streaming attraverso la pagina Facebook del Comune di Pozzuoli e il canale YouTube del Comune di PozzuoliLa diretta sarà altresì proiettata tramite maxischermo all’esterno della sala che ospiterà l’evento.
 


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big cover-ijgi-v12-i5L'articolo “Flexible Trip-Planning Queries”, di Gloria Bordogna, Paola Carrara, Luca Frigerio e Simone Lella del CNR-IREAe' stato selezionato dalla rivista ISPRS International Journal of Geo-Information (IJGI) come storia di copertina del Volume 12 (Issue 5, May 2023) che contiene 29 articoli dedicati in maggioranza a temi e problemi posti de sistemi informativi geografici.

Nel contesto di grande mobilità sociale, in cui le persone cambiano frequentemente luogo di vita, sia per lavoro sia per turismo, e i servizi presenti sul territorio (come ad esempio i negozi) si modificano rapidamente, cresce il bisogno di sistemi che permettano di conoscere velocemente e costantemente le risorse del vicinato.

L’articolo Flexible Trip-Planning Queries affronta in modo originale i problemi posti da richieste online di utenti che vorrebbero visitare, identificando i percorsi migliori, tipi diversi di georisorse in una certa area locale di interesse. Al momento attuale ciò richiede la formulazione di ricerche multiple (prima per identificare le risorse, poi per selezionare il percorso ottimale). L’approccio proposto nell’articolo permette invece di effettuare una sola ricerca all’interno di un sistema di Information Retrieval Geografico (GIR). In risposta ad un’unica richiesta dell’utente (detta ‘flexible trip-planning query’) il sistema identifica le risorse rilevanti e propone itinerari per visitarle in una graduatoria che tiene conto delle preferenze dell’utente stesso.

L’algoritmo è applicato nel sistema Smart cOmmunity-based Geographic infoRmation rEtrievAl SysTem (SO-GREAT), sviluppato in IREA per dare forza a comunità locali: esso infatti raccoglie e gestisce open data messi a disposizione sia da autorità regionali e locali nella regione Lombardia che descrivono risorse e servizi del territorio (come scuole, ospedali, ecc.) sia da servizi geografici volontari in cui cittadini offrono servizi nel vicinato.

 


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Venerdì, 16 Giugno 2023 22:15

Special Issue della Rivista "Bioengineering"

Bioengineering special issueI campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (EMF) sono ampiamente utilizzati nella vita di tutti i giorni e in specifici ambienti professionali. Le tecnologie basate sui campi elettromagnetici impiegano diverse porzioni dello spettro, dai campi statici ai campi elettromagnetici a bassa e alta frequenza incluso le onde millimetriche e THz.

L'esposizione a questi campi solleva preoccupazioni circa i possibili effetti sulla salute umana, in particolare a causa della diffusione delle reti 5G che dovrebbero avere un impatto importante sugli scenari di esposizione. D'altra parte, le applicazioni biomedicali delle radiazioni non ionizzanti sono impiegate con successo per la diagnosi e la terapia (ad esempio, trattamenti basati sull'elettroporazione, l'ipertermia a microonde, ecc.). C'è perciò un grande interesse nel valutare i meccanismi di interazione associati, che sono rilevanti anche per favorire lo sviluppo di nuove applicazioni biomediche o l'ottimizzazione di quelle esistenti.

Il numero speciale "Electric, Magnetic, and Electromagnetic Fields in Biology and Medicine: From Mechanisms to Biomedical Applications, Volume II" della rivista Bioengineering, i cui guest editor sono Stefania Romeo e Anna Sannino del CNR-IREA, intende raccogliere studi scientifici riguardanti indagini in vitro, in vivo ed epidemiologiche sull'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, volti a valutare i possibili effetti sulla salute nonché il potenziale benefico di tali campi per la diagnosi e la terapia, e studi incentrati sui meccanismi di interazione. 

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo link

La scadenza per la sottomissione degli articoli è il 31 dicembre 2023
 


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SI Remote SensingLa rapida crescita di molti indicatori socio-economici (come popolazione, economia, utilizzo dell'acqua, produzione alimentare, trasporti, tecnologia, ecc.) registrata a partire dalla metà del 20° secolo, nota come “La Grande Accelerazione”, si rispecchia nell’impennata quasi simultanea del tasso di crescita dei dati relativi al sistema Terra (temperatura superficiale, acidificazione degli oceani, perdita della foresta tropicale, degrado della biosfera terrestre, ecc.), a testimonianza dell’impatto delle attività umane sull’ambiente e sui suoi ecosistemi.

Per affrontare la sfida scientifica associata ai fenomeni di “Grande Accelerazione” è necessaria la piena integrazione delle migliori metodologie disponibili di osservazione della Terra, combinando il telerilevamento satellitare e i dati in situ per il monitoraggio e la modellazione ambientale e del territorio (aree urbane e infrastrutture).

Lo Special Issue della rivista Remote Sensing "Integration of Space and In-Situ Earth Observing Methodologies for Environmental and Territory Monitoring", che ha tra gli editor Francesco Soldovieri, Direttore dell’IREA, vuole essere uno strumento efficace per promuovere e condividere approcci metodologici e nuove applicazioni basate sull'integrazione delle metodologie di osservazione della Terra multi-sorgente, multisensore e multi-risoluzione per lo studio di problemi ambientali complessi e con grandi impatti sulla società e sulla qualità della vita delle persone.

Accanto a questo, lo Special Issue prenderà in considerazione nuove applicazioni di intelligenza artificiale e metodologie di apprendimento automatico per l'elaborazione e l'analisi dei dati.

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo link.

La scadenza per la sottomissione degli articoli è il 31 luglio 2023

 



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ponteVenerdì 28 ottobre, nell’ambito di Innovation Village, la fiera-evento sull’innovazione e la promozione di circuiti collaborativi fra ricerca e imprese, si terrà il convegno “Approcci e tecnologie di monitoraggio delle infrastrutture” a cura dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR e Knowledge for Business, in collaborazione con l’Ordine Ingegneri Napoli. L’obiettivo è presentare le soluzioni più recenti della ricerca per affrontare le problematiche più rilevanti della rete infrastrutturale nazionale, chiamando al confronto policy makers, gestori delle infrastrutture di trasporto e ricercatori, anche con l’obiettivo di identificare tecnologie e approcci trasferibili al sistema delle imprese.

La gestione e la protezione del patrimonio infrastrutturale dei trasporti nazionali rappresenta un’esigenza prioritaria per il sistema Paese. Gran parte delle infrastrutture di trasporto, infatti, è ormai avanti negli anni e inizia a manifestare problemi di degrado e danno che ne possono inficiare la funzionalità e la sicurezza. Inoltre, le strutture da monitorare sono numerosissime ed in alcuni casi i dati e le informazioni disponibili non sono sufficienti per un monitoraggio completamente affidabile. Risulta dunque cruciale lo sviluppo di sistemi di monitoraggio e diagnostica capaci di fornire risultati effettivamente utili alla manutenzione efficiente e sostenibile delle strutture esistenti, in linea con quanto previsto dal PNRR in tema di interventi per la sicurezza e la resilienza di ponti e viadotti, utilizzando soluzioni tecnologiche e digitali con l’obiettivo di sviluppare una rete di infrastrutture di trasporto moderna, sostenibile e sicura.

Una possibile soluzione è rappresentata da un approccio semplificato e sistemico, dove la possibilità di un’investigazione di dettaglio di tutte le strutture (non sostenibile da un punto di vista economico e logistico) possa essere sostituita da una approccio in due tempi, con una visione in prima battuta “globale” e da remoto, finalizzata a visualizzare e categorizzare lo stato, l’età e le modalità costruttive, e rilevarne criticità, che viene poi seguita, laddove necessario, da un’indagine di dettaglio che si avvale di strumenti specifici per ottenere informazioni sul tipo di danno a cui è soggetto la struttura sotto investigazione.I risultati delle tecnologie di osservazione vanno assimilati nei modelli strutturali anche ricorrendo a Digital Twins delle strutture campione.

Aprirà la discussione il Direttore del DIITET-CNR Emilio Campana, che parlerà di Digital Twins, modelli computazionali di simulazione; progetti e competenze CNR. Interverranno, tra gli altri, Riccardo Lanari e Francesco Soldovieri, rispettivamente Dirigente di ricerca e Direttore dell’IREA-CNR, presentando gli ultimi risultati relativi allUtilizzo dei dati interferometrici satellitari ai fini dell’interpretazione del comportamento strutturale delle costruzioni, e al Monitoraggio in situ con tecnologie non-invasive.

L’evento si terrà dalle 14:30 alle 16:30 presso la Sala Averroè del Centro Congressi di Città della Scienza di Napoli.

Per l’iscrizione all’evento vai a questo link

 



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Un nuovo studio condotto da un team italo-statunitense di cui fa parte anche Francesco Soldovieri, direttore dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del CNR, e pubblicato su Nature Communications, torna ad avvalorare l’ipotesi – avanzata per la prima volta nel 2018 – della presenza di acqua salata allo stato liquido nel sottosuolo del Pianeta rosso

Figure1La scoperta della presenza di acqua salata sotto la calotta polare meridionale di Marte, resa possibile grazie ad un’indagine condotta con il radar italiano MARSIS dell'ASI montato a bordo della missione Mars Express dell’ESA, risale al 2018. Lo studio, svolto da un team di ricerca interamente italiano, del quale faceva parte anche l'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR), fu pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science.

Due anni dopo un altro studio, pubblicato su Nature Astronomy da parte di un team multidisciplinare composto da tredici ricercatori tra fisici, geologi ed ingegneri, tra cui anche Francesco Soldovieri dell’IREA-CNR, ha confermato la scoperta fornendo un ulteriore prova dell'esistenza di laghi di acqua salata intrappolati sotto il ghiaccio del Polo Sud marziano.

Arriva ora un nuovo studio, pubblicato Il 28 settembre su Nature Communications da un team internazionale a coordinamento italiano, che fornisce nuove prove sull’esistenza di acqua liquida sotto il polo sud di Marte. In particolare, lo studio è stato coordinato dall’Università di Roma Tre e dall’Istituto di Radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e vede la partecipazione dell’IREA-CNR insieme a University of Southern Queensland (Australia), Southwest Research Institute (USA) e Planetary Science Institute (USA).

La ricerca ha riguardato i depositi polari marziani meridionali (i cosiddetti SPLD - South Polar Layered Deposits). Lo studio approfondito e la valutazione dell’attenuazione del segnale radar nel ghiaccio dei SPLD, già rilevato in corrispondenza della zona investigata nel secondo studio, ha permesso di giungere a due importanti evidenze.

La prima è che l'attenuazione del segnale di MARSIS è costante nella intera regione analizzata, confermando così l'omogeneità composizionale dei depositi polari alla scala di osservazione del radar MARSIS.

Inoltre, i valori stimati dell’attenuazione hanno permesso di ricalcolare il valore del coefficiente di riflessione alla base dei SPLD e stimare la permittività dielettrica relativa, pari a 40 nell’area altamente riflettente, situazione compatibile solo con la presenza di acqua salata.

Infine, a partire dall’attenuazione stimata è stato possibile ottenere importanti informazioni in termini di contenuto di polvere nei depositi polari (SPLD), compreso tra il 5 e il 12%, e che la temperatura alla base dell'SPLD calcolata finora era stata sottostimata e può facilmente raggiungere i 200K (-73°C), assicurando condizioni compatibili con la presenza di acqua salata allo stato liquido.

L’insieme dei risultati sopracitati confermano quindi la presenza di acqua salata alla base dello SPLD come sola causa delle forti riflessioni basali nella regione di Ultimi Scopuli.

 



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Ricercatori dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente (IREA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) presentano a Vienna un nuovo servizio operativo sviluppato per il monitoraggio delle deformazioni nei vulcani attivi
 

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Monitorare le deformazioni della superficie terrestre in aree vulcaniche attive, in luoghi spesso di difficile accesso, può non essere un compito facile. Il telerilevamento satellitare può fare la differenza rispetto alle tecniche in-situ, grazie alla sua capacità di coprire aree molto vaste, con una densità di punti di misura molto elevata e a costi relativamente bassi. Questi risultati saranno presentati il 9 aprile a Vienna in una conferenza scientifica (Sala M2 alle 9:30) e una conferenza stampa (alle 13:00) nel corso della prossima Assemblea Generale dell'Unione Geofisica Europea (EGU) che si terrà dal 7 al 12 aprile.

L'interferometria SAR differenziale satellitare (DInSAR) permette di misurare le deformazioni del suolo con un'elevata precisione e in qualsiasi condizione atmosferica. La crescente diffusione dell'uso di questa tecnica è dovuta alla recente disponibilità di grandi archivi di dati SAR facilmente accessibili, come quelli forniti, dalla fine del 2014, dalla costellazione Copernicus Sentinel-1. Attualmente Sentinel-1 fornisce dati SAR con una cadenza fino a 6 giorni su tutta la Terra. È quindi chiaro che con una disponibilità di dati così ampia, globale, costante e affidabile è possibile utilizzare la tecnica DInSAR per scopi di monitoraggio, come quelli relativi alle misurazioni del movimento del suolo nelle aree vulcaniche.

In questo campo i ricercatori dell'IREA-CNR hanno sviluppato un servizio operativo per monitorare la deformazione crostale nei vulcani attivi attraverso l'uso della tecnica DInSAR e dei dati Sentinel-1. Il sistema progettato è completamente automatico e il processo è attivato dalla disponibilità, per ogni sito vulcanico monitorato, di nuovi dati Sentinel-1. I dati satellitari vengono acquisiti ed elaborati attraverso la nota tecnica DInSAR P-SBAS (Parallel Small BAseline Subset), completamente sviluppata presso l’IREA-CNR, che permette la generazione delle serie temporali di deformazione dell'area investigata.

In qualità di Centro di Competenza (CdC) del Dipartimento di Protezione Civile (DPC), l’IREA utilizza tale servizio per monitorare la deformazione del suolo dei principali vulcani italiani attivi, come la caldera dei Campi Flegrei, il Vesuvio, Ischia, l’Etna e lo Stromboli, e fornisce aggiornamenti mensili sullo stato di deformazione dei vulcani al Dipartimento e altri Centri di Competenza dedicati al monitoraggio dei vulcani.

Sebbene il servizio sia destinato al DPC, esso è stato realizzato per essere facilmente trasferibile e replicabile per altri vulcani della Terra, beneficiando così pienamente delle funzionalità di monitoraggio DInSAR di Sentinel-1.
 

Figura

 Mappa di velocità media di deformazione verticale dei Campi Flegrei (Italia) generata utilizzando i dati acquisiti dai satelliti Sentinel-1.
Il grafico mostra l'evoluzione temporale della deformazione che, da marzo 2015, ha portato a un sollevamento massimo di circa 25 cm. Contiene dati Copernicus modificati © 2019.
 
 
Ringraziamenti
Questo lavoro è supportato dall'accordo 2019-2021 fra IREA-CNR e Protezione civile italiana, dal progetto H2020 EPOS-IP (GA 676564), dal progetto I-AMICA (PONa3_00363) e dall'accordo IREA-CNR / DGS-UNMIG.

 


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Il terremoto dello scorso 29 dicembre in Croazia ha causato una deformazione del suolo di circa 40 centimetri. E’ quanto emerso dallo studio un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche utilizzando i dati acquisiti dal satellite europeo Sentinel-1.
 
Il 29 dicembre 2020 alle ore 11:19:54 UTC (Coordinated Universal Time) un terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito la Croazia centrale, nei pressi della città di Petrinja, causando 7 vittime, numerosi feriti e ingenti danni agli edifici. Si tratta del più forte terremoto verificatosi in Croazia dall'avvento dei moderni sismometri.

L’evento si è verificato lungo una faglia trascorrente destra, nota in letteratura come faglia di Petrinja, ed è stato preceduto da due scosse sismiche di magnitudo 4.7 e 5.2, verificatesi il 28 dicembre. Nelle ore e nei giorni successivi si sono inoltre verificate numerose scosse di assestamento che hanno raggiunto una magnitudo massima di 4.8.

Tramite la tecnica dell’Interferometria Differenziale Radar ad Apertura Sintentica (DInSAR), un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR) ha studiato il campo di deformazione superficiale indotto dall’evento sismico. In particolare, sono stati utilizzati i dati acquisiti dal satellite europeo Sentinel-1 il 18 e il 30 dicembre 2020 lungo orbita ascendente e il 23 dicembre 2020 e il 4 gennaio 2021 lungo orbita discendente, che hanno permesso di produrre gli interferogrammi mostrati in Figura 1a e 1b. In essi, ogni fascia di colore (frangia) indica uno spostamento del suolo di circa 2.8 centimetri, con una deformazione massima di circa 40 centimetri.

A partire dagli interferogrammi generati, sono state poi derivate le corrispondenti mappe di deformazione (vedi Figura 1c e 1d) tramite appropriate procedure note come phase unwrapping. Nel caso dell’orbita ascendente, la mappa mostra una deformazione caratterizzata da valori negativi fino a un massimo di -32 cm e valori positivi fino a un massimo di 38 cm, che indicano rispettivamente l’aumento e la diminuzione della distanza tra il sensore e il suolo. Nel caso dell’orbita discendente, la mappa mostra una deformazione caratterizzata da valori negativi fino a un massimo di -16 cm e valori positivi fino a un massimo di 29 cm.

Inoltre, combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel-1 ascendenti e discendenti, è stato possibile stimare gli spostamenti, sia per quanto concerne la componente verticale (Figura 1e), sia nella direzione est-ovest (Figura 1f). La mappa di spostamento verticale mostra un’area affetta da una subsidenza massima di -13 cm e da una zona in sollevamento con valori massimi di 19 cm; inoltre, la mappa di spostamento orizzontale mostra spostamenti massimi di 43 cm verso ovest e di 42 cm verso est.

L’attività svolta è stata realizzata nell’ambito nell'ambito dell'Accordo 2019-2021 fra CNR-IREA e il Dipartimento della Protezione Civile (DPC), del progetto EPOS (European Plate Observing System) e del progetto "Infrastruttura di Alta tecnologia per il Monitoraggio Integrato Climatico-Ambientale" (I-AMICA) finanziato dal MIUR nell'ambito del Programma Operativo Nazionale (PON). I risultati presentati contengono dati acquisiti nell’ambito del programma Copernicus 2015.
 
interferogramma croazia
 
Figura 1. a) Interferogramma co-sismico da dati radar Sentinel-1 relativo alla coppia 18122020-30122020 ascendente (Track 146). b) Interferogramma co-sismico da dati radar Sentinel-1 relativo alla coppia 2312020-04012021 discendente (Track 124). Il rettangolo bianco indica l’area rappresentata nei pannelli successivi. c) Mappa di deformazione co-sismica in linea di vista relativa all’interferogramma Sentinel-1 mostrato in Figura 1a. d) Mappa di deformazione co-sismica in linea di vista relativa all’interferogramma mostrato in Figura 1b. Mappe delle componenti verticale (e) ed Est-Ovest (f) dello spostamento del suolo. La stella bianca indica la posizione dell’epicentro del terremoto di magnitudo 6.4 avvenuto il 29 dicembre 2020.
 

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