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Nuovi risultati sul terremoto di Amatrice del 24 Agosto 2016 ottenuti dai radar dei satelliti Sentinel-1 e COSMO-SKyMed
Continua il lavoro dei ricercatori CNR e INGV per lo studio delle deformazioni e l’individuazione delle strutture geologiche che hanno generato il sisma del 24/08/2016, attraverso l’utilizzo di dati satellitari. L’analisi delle nuove immagini radar dei sensori europei Sentinel-1 e della costellazione italiana COSMO-SkyMed conferma l’abbassamento del suolo a forma di cucchiaio, già osservato dai dati del satellite giapponese ALOS 2, e rileva spostamenti orizzontali fino a circa 16 cm e fenomeni di instabilità di versante
Continua lo studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche legate agli eventi del 24 Agosto 2016. Tale attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e viene svolta da un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
A valle dei primi prodotti ottenuti grazie all’uso dei dati radar del satellite giapponese ALOS 2, l’analisi si è arricchita anche dei risultati ottenuti dall’elaborazione delle immagini radar acquisite più di recente dai sensori (operanti in banda C) della costellazione Sentinel-1 del Programma Europeo Copernicus e da quelli (operanti in banda X) della costellazione italiana COSMO-SkyMed, sviluppata dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa. In particolare, sfruttando la tecnica dell’Interferometria SAR Differenziale all’utilizzo congiunto delle immagini Sentinel-1A e Sentinel-1B acquisite da orbite ascendenti (Sud-Nord) e discendenti (Nord-Sud), è stato possibile stimare gli spostamenti del suolo lungo le due linee di vista dei radar e, da questi, ricavare le componenti verticali ed Est-Ovest delle deformazioni (vedi Figura 1). I risultati ottenuti confermano l’abbassamento del suolo dalla caratteristica forma a “cucchiaio” che si estende per circa 20 Km in direzione Nord, già osservato attraverso l’analisi dei dati ALOS 2, con una deformazione di circa 20 cm localizzata in corrispondenza dell’area di Accumoli; si noti, inoltre, che la componente Est-Ovest interessa un’area più estesa rispetto a quella verticale (circa 20 x 25 km2) ed è caratterizzata dalla presenza di quattro aree alternate di spostamento (blu verso Ovest e rosso verso Est, come mostrato in Figura 1), con valori massimi di deformazione di circa 16 cm verso Ovest.
Figura 1. In alto sono riportate le due mappe di deformazione co-sismica (nelle linee di vista del radar) ottenute, da orbite ascendenti e discendenti, con la tecnica dell'Interferometria SAR Differenziale, a partire dai dati radar Sentinel-1A e 1B acquisiti il 15/08/2016 e 21/08/2016 (immagini pre-evento) ed il 27/08/2016 (immagini post-evento); in basso sono mostrate le mappe delle componenti verticale ed Est-Ovest dello spostamento del suolo, ottenute sfruttando congiuntamente i passaggi ascendenti (Sud-Nord) e discendenti (Nord-Sud). La linea blu rappresenta la traccia a terra della faglia.
In aggiunta ai dati Sentinel-1, i ricercatori CNR e INGV hanno beneficiato delle acquisizioni radar dei sensori in banda X della costellazione italiana COSMO-SkyMed. Si sottolinea che grazie alle elevate risoluzioni spaziali di tale sistema, è possibile ricavare informazioni sul pattern di deformazione del suolo con grande dettaglio spaziale. A tal riguardo, in Figura 2 è riportata la mappa di deformazione co-sismica, generata a partire dai dati radar acquisiti su orbite discendenti il 20/08/2016 (pre-evento) ed il 28/08/2016 (post-evento), relativa alla zona che si estende tra Tufo e Pescara del Tronto fino all’area di Castelluccio. Si noti come la migliore risoluzione spaziale consenta di individuare anche effetti deformativi localizzati (frane, faglie riattivate), come, ad esempio, lo spostamento del suolo (identificato con la freccia in Figura 2) relativo ad un’area che si estende per circa 800 x 600 m sul fianco del Monte Vettore, probabilmente legato ad un fenomeno di instabilità di versante.
Le informazioni ottenute sono particolarmente rilevanti per l’analisi dei processi geologici e geofisici in atto e per lo studio del comportamento delle faglie all’origine del terremoto attraverso lo sviluppo di modelli fisico-matematici avanzati.