
Maria Consiglia Rasulo
Space Split Food: è questo il progetto che ha vinto il primo posto a Napoli della quarta edizione dell’International Space Apps Challenge. Il progetto, sviluppato da un team formato da sei ragazzi tra cui due donne, risponde alla sfida Print Your Own Space Food lanciata dalla NASA allo scopo di trovare un nuovo modo di produrre cibo per consentire future missioni spaziali di lunga durata, con evidente beneficio anche per la vita sulla Terra. L’idea proposta è di creare un nuovo modo di produrre e distribuire cibo utilizzando moderne tecnologie di stampa 3D.
Al secondo posto si è classificato il progetto SelfieSat, finalizzato alla realizzazione di un nano-satellite ospitante una fotocamera che può scattare foto e video del satellite madre durante voli planetari.
Insieme a questi due progetti, selezionati da una giuria locale, ce n’è poi un terzo, votato da tutti i partecipanti alla manifestazione, che concorrerà al giudizio globale. La NASA, infatti, raccoglierà tutte le segnalazioni locali e determinerà i vincitori per ciascuna delle quattro aree tematiche proposte: Terra, Spazio, Umanità e Robotica.
Oltre ai premi della NASA, l’IBM – sponsor della manifestazione – ha assegnato il Bluemix Award, un premio consistente in sostegno economico e supporto tecnico alla squadra vincente qualora volesse lanciare una startup, al progetto Hoe Help, un’applicazione studiata per andare incontro ai problemi degli agricoltori.
Tante dunque le idee, tanto l’entusiasmo, la creatività e il talento mostrato dai ragazzi, alcuni addirittura liceali, che hanno dimostrato che quando ci sono le opportunità il talento emerge.
Si è conclusa così la quarta edizione dell’International Space Apps Challenge organizzata a Napoli dall’IREA-CNR e dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ in collaborazione con il Consolato degli Stati Uniti del sud Italia. La manifestazione, che ha avuto luogo presso la sede di Via Nuova Agnano dell'Università Federico II, ha dato la possibilità a tanti giovani di mettersi in gioco e di proporre il proprio progetto ad una delle più grandi istituzioni mondiali quale la NASA, nonché di istruire le nuove generazioni alla crescente cultura spaziale.
Per 48 ore 7 team di studenti e appassionati di scienza e tecnologia si sono impegnati alla ricerca di soluzioni innovative a sfide lanciate dalla NASA per il miglioramento della vita sulla Terra e nello Spazio, lavorando in contemporanea con migliaia di partecipanti disseminati in ben 139 città e 63 Paesi di tutto il mondo.
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Nell’ambito delle attività che la Commissione Europea svolge in materia di monitoraggio sui potenziali effetti dei campi elettromagnetici sulla salute, L’IREA partecipa alle attività dello SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks).
Le ricercatrici Maria Rosaria Scarfì e Olga Zeni, nominate “external experts” dalla Commissione, hanno contribuito alla stesura della "Opinion on Potential Health Effects of Exposure to Electromagnetic Fields (EMF)”, pubblicata il 6 Marzo 2015.
Scopo prioritario della “Opinion” è di aggiornare i precedenti report del 2009 attraverso la revisione della letteratura scientifica sugli effetti dei campi elettromagnetici non ionizzanti pubblicata nel periodo 2009-2014. Inoltre la nuova pubblicazione copre aree per le quali, in passato, erano stati identificati importanti “gap in knowledge” e discute i possibili meccanismi di interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici nonché il potenziale ruolo delle co-esposizioni a fattori di stress ambientale.
Leggi il rapporto dello SCENIHR sui potenziali effetti sulla salute dei campi elettromagnetici
Leggi una versione semplificata del report
Il prossimo 11 e 12 Aprile 2015 avrà luogo in tutto il mondo la quarta edizione dell’International Space Apps Challenge, un evento in cui team di tecnologi, scienziati, designer, artisti, educatori, imprenditori e studenti di tutto il mondo collaborano per 48 ore per produrre soluzioni innovative a sfide globali per la vita sulla Terra e nello spazio. E’ il più grande Hackathon a livello mondiale, con migliaia di partecipanti in tutti i continenti.
L’evento è promosso dalla NASA in collaborazione con organizzatori locali. L’IREA, insieme al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ Università di Napoli Federico II e con la collaborazione del Consolato Generale USA per il Sud Italia, è tra gli organizzatori locali della manifestazione.
Leggi il comunicato stampa del Consolato Generale USA per il Sud Italia
Per ulteriori informazioni: Chandrakanta Ojha, Cnr-Irea
Indirizzo web dell’International Space Apps Challenge https://2015.spaceappschallenge.org/
Pagina dell’International Space Apps Challenge di Napoli https://2015.spaceappschallenge.org/location/napoli/#details
Centro Servizi Incubatore Napoli Est: Space Apps Challenge 2015: l’Università Federico II e IREA-CNR portano a Napoli l’evento globale della NASA
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Il nostro incontro è un viaggio entusiasmante nel mondo dei vulcani e delle dinamiche eruttive che caratterizzano i loro numerosi fenomeni: il racconto avverrà attraverso un breve seminario dove verranno proiettati numerosi filmati originali o ricostruzioni virtuali dei fenomeni associati alle eruzioni vulcaniche.
Si comincerà con la conoscenza dei meccanismi che portano alla formazione un vulcano per poi arrivare alla sua deformazione graduale nei secoli, o quella più repentina, proprio attraverso la dinamica eruttiva. L’ultimo argomento trattato sarà l’osservazione delle attività dei vulcani attraverso le tecniche di monitoraggio ponendo maggiore attenzione al telerilevamento satellitare che si realizza attraverso l’uso di sensori Radar, generalmente montati a bordo di aerei o satelliti.
Ne parlano: Susi Pepe e Vincenzo De Novellis
Città della Scienza, via Coroglio Napoli
8 febbraio 2015, 11:30 e 12:30
Durata 30'
Ancora un prestigioso premio all’IREA per un lavoro presentato nel corso della Conferenza SPIE Remote Sensing tenutasi ad Amsterdam (Olanda) dal 22 al 25 Settembre 2014, frutto della collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Firenze. Francescopaolo Sica, borsista presso l’IREA di Napoli, è stato premiato con il Best Student Paper Awards della Conferenza nell’area “SAR Image Analysis, Modeling, and Techniques” per il lavoro “Benefits of blind speckle decorrelation for InSAR processing”.
Il lavoro, di F. Sica, L. Alparone, F. Argenti, G. Fornaro, A. Lapini, D. Reale, affronta il problema di limitare gli effetti di disturbo di bersagli fortemente riflettenti, tipici dei segnali acquisiti da sensori ad alta risoluzione in Banda-X come quelli della costellazione COSMO- SKYMED, per la generazione di prodotti accurati di interferometria SAR. Quest’ultima è una tecnica che ha importanti ricadute nell’ambito della generazione di mappe digitali altimetriche a scala globale e del monitoraggio di deformazioni associate a rischi naturali ed alla sicurezza di edifici ed infrastrutture.
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Anche quest’anno l’IREA ha voluto dare il suo contributo a Futuro Remoto, la manifestazione di divulgazione della cultura scientifica e tecnologica promossa da Città della Scienza di Napoli, aderendo al festival diffuso in città. Questa XXVIII edizione, che si è svolta dal 31 ottobre al 9 novembre, ha previsto infatti l’apertura dei più importanti Istituti di ricerca e delle Università di Napoli ad una classe delle scuole napoletane e campane.
Nell’ambito della manifestazione l’IREA ha ospitato una 3° classe del Liceo Scientifico Statale "Renato Caccioppoli" di Napoli sul tema Tecnologie radar per il monitoraggio dell’ambiente e del mare. Nel corso della visita gli studenti sono stati coinvolti in attività che li hanno entusiasmati e divertiti. I ragazzi hanno prima appreso i principi base di funzionamento di alcuni sistemi radar non convenzionali, ovvero diversi da quelli comunemente usati per la gestione del traffico aereo e marittimo. In particolare, è stato loro illustrato come è possibile usare un sistema radar per ottenere informazioni sullo stato del mare, ovvero sulle correnti superficiali e sulla batimetria del fondale marino, e come funziona il georadar, un sistema radar progettato per localizzare oggetti in mezzi diversi dall'aria come sabbia, cemento, terreno.
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I processi geofisici che avvengono a diversi chilometri sotto la superficie terrestre, come il movimento di una faglia sismogenetica, l'accumulo di magma, la variazione di pressione nei serbatoi magmatici, provocano in molti casi deformazioni della superficie terrestre che possono essere misurate con metodi geodetici e con tecniche di telerilevamento come quelle SAR interferometriche (InSAR). I risultati di tali misure e la successiva modellazione geofisica delle sorgenti, causa delle deformazioni, possono fornire informazioni fondamentali per la valutazione del rischio vulcanico e sismico e per la corretta pianificazione delle attività umane e del territorio.
E’ possibile modellare le sorgenti di deformazione mediante approcci analitici e numerici. Nella modellazione analitica i modelli più diffusi riescono a riprodurre la deformazione osservata in maniera sufficientemente realistica utilizzando funzioni semplici caratterizzate da un numero limitato di parametri. Sebbene in questi approcci semplificati vengano trascurati diversi aspetti (le proprietà del magma all'interno della sorgente, tra cui la sua compressibilità, le asperità lungo il piano di faglia, le eterogeneità crostali), i modelli analitici costituiscono comunque un valido strumento per una valutazione preliminare della localizzazione e delle caratteristiche geometriche delle sorgenti che hanno generato la deformazione osservata, informazioni ottenute grazie all’inversione dei dati di deformazione superficiale misurati (InSAR, GPS, EDM, tiltmetria, ecc…).
La modellazione numerica è uno strumento avanzato in grado di consentire simulazioni realistiche dei processi geofisici mediante l’utilizzo di informazioni eterogenee e di efficienti metodi matematici. Esistono diverse tecniche di modellazione numerica; quella generalmente in uso nelle Scienze della Terra è la tecnica FEM (Finite Element Method). L’incremento esponenziale delle conoscenze sui sistemi geofisici e lo sviluppo tecnologico degli strumenti di calcolo numerico hanno consentito l’implementazione di modellazioni sempre più complesse, capaci di rappresentare la variabilità spazio temporale delle grandezze fisiche che condizionano l’evoluzione di un sistema naturale. In questo contesto la modellistica multi fisica agli elementi finiti rappresenta una nuova frontiera per la comprensione dell’evoluzione spazio temporale dei diversi contesti geodinamici quali le aree vulcaniche, sismiche e quelle affette da fenomeni di dissesto idrogeologico.
L’IREA è impegnata nello sviluppo di attività di ricerca sul tema della modellazione geofisica di dati telerilevati e geodetici; tali attività hanno già fornito importanti risultati nell’ambito dello studio dei principali eventi sismici che hanno colpito il territorio nazionale negli ultimi anni.Rilevanti sono stati anche i risultati relativi all’analisi dei principali vulcani italiani e di vari altri siti vulcanici di grande interesse scientifico.
Anche quest’anno l’IREA partecipa a Futuro Remoto, una delle più importanti e consolidate manifestazioni europee di divulgazione della cultura scientifica e tecnologica. Il tema di questa XXVIII edizione, intorno alla quale si articoleranno eventi, conferenze, incontri con scienziati, visite a laboratori scientifici e a musei, è “Il Mare”.
L’IREA contribuirà a questo grande evento di scienza e cultura con un incontro con gli studenti sul tema Tecnologie radar per il monitoraggio dell’ambiente e del mare, che si terrà il 7 novembre alle ore 10.00 presso la sede dell’Istituto in via Diocleziano 328, Napoli.
Durante la visita gli studenti potranno conoscere il principio di funzionamento di alcuni sistemi radar non convenzionali, ovvero diversi da quelli comunemente usati per la gestione del traffico aereo e marittimo. In particolare, sarà loro illustrato come è possibile usare un sistema radar per ottenere informazioni sullo stato del mare, ovvero sulle correnti superficiali e sulla batimetria del fondale marino, e verrà mostrato come funziona il georadar, un sistema radar progettato per localizzare oggetti in mezzi diversi dall'aria come sabbia, cemento, terreno. Inoltre, gli studenti potranno verificare, grazie ad una esperienza di misura in laboratorio, come è possibile ottenere immagini ad alta risoluzione delle caratteristiche geometriche di oggetti non direttamente visibili utilizzando essi stessi un radar olografico.
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Nel corso della XX Riunione Nazionale di Elettromagnetismo tenutasi a Padova dal 15 al 18 settembre la dottoressa Rosa Scapaticci, assegnista di ricerca dell’IREA, è stata insignita insieme all’ing. Martina Bevacqua, studentessa di dottorato presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria, del Premio Barzilai, il prestigioso riconoscimento conferito dalla SIEm (Società Italiana di Elettromagnetismo) al migliore lavoro proposto alla Riunione da autori di età inferiore ai 35 anni.
Il premio è stato conferito al lavoro 'Exploiting compressive sensing in Magnetic Nano Particle enhanced MWI for breast cancer imaging’ nel quale le giovani studiose hanno proposto una metodologia di elaborazione in grado di migliorare le prestazioni di una innovativa tecnica per la diagnostica a microonde del tumore al seno, sviluppata presso l’IREA nell’ambito del progetto MERIT.
Tale tecnica diagnostica sfrutta in modo congiunto i campi elettromagnetici alle frequenze di microonde quale strumento di indagine non invasivo e non nocivo e le nanoparticelle magnetiche quale agente di contrasto. Queste ultime, “funzionalizzate” mediante opportune procedure biochimiche, sono infatti in grado di addensarsi nei soli tessuti tumorali ed indurre una variazione selettiva delle proprietà magnetiche. Data la natura dei tessuti umani, che non presentano intrinsecamente proprietà magnetiche, questa “marcatura” consente di ottenere una tecnica diagnostica altamente affidabile.
La metodologia proposta dalle autrici, che ne hanno analizzato le potenzialità mediante un’ampia campagna di simulazioni numeriche riscontrando il miglioramento delle prestazioni rispetto alle tecniche standard finora utilizzate, può consentire notevoli vantaggi quali la capacità di identificare lesioni di piccole dimensioni, fattore cruciale nella diagnostica precoce, o di apprezzare la morfologia della lesione, informazione utile ai clinici per individuarne la tipologia.
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Sono disponibili sul sito dell’ICEmB, il Centro Interuniversitario di ricerca sulle Interazioni fra Campi Elettromagnetici e Biosistemi di cui l’IREA è una delle Unità di Ricerca, gli Atti del III Convegno Nazionale “Interazioni tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi” tenutosi a Napoli dal 2 al 4 luglio 2014. Obiettivo del Convegno è stato stimolare il confronto tra i ricercatori appartenenti a discipline diverse (ingegneristiche, fisiche, biologiche e mediche) operanti nel settore del bioelettromagnetismo, offrire una fotografia dello stato dell’arte della ricerca nel settore in Italia e fornire una base per l’orientamento verso sviluppi futuri.
Chair del Convegno è stata la prof.ssa Rita Massa dell’Università di Napoli “Federico II e Associata all’IREA; la dott.ssa Maria Rosaria Scarfì, Primo Ricercatore dell’IREA, ha fatto parte del Comitato Tecnico Scientifico e la dott.ssa Olga Zeni, Ricercatore dell’IREA, è stata membro del Comitato Tecnico Scientifico e della Segreteria Scientifica.
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